Audrey Blog

...dream a little dream...

Sunday, January 28, 2007

Hollywood Walk of Fame

Sunday, January 14, 2007

Ti Voglio Bene

Ti voglio bene non solo per quello che sei, ma per quello che sono io quando sto con te.
Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stesso, ma per ciò che stai facendo di me.
Ti voglio bene perchè tu hai fatto più di quanto abbia fatto qualsiasi fede per rendermi migliore, e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice. L'hai fatto senza un tocco, senza una parola, senza un cenno. L'hai fatto essendo te stesso.
Forse, dopo tutto, questo vuol dire essere un amico.

Thursday, January 04, 2007

I demolitori di entusiasmi

Non è semplice trovare motivi di felicità. Ma c’è un piccolo espediente per sopravvivere alla sfiga. Avvicinate il libro all’orecchio che ve lo dico: diserbate dalla vostra vita i DEMOLITORI DI ENTUSIASMI. Io li chiamo così. I demolitori di entusiasmi sono quelli che di mestiere entrano nella tua vita a piedi uniti e ti distruggono quel micron di felicità che ancora ti resta. Quelli che di professione fanno i trovatori di peli nell’uovo, categoria A freschissimo. Ma non facciamo l’errore di confonderli con i pessimisti. No, perché il pessimista una sua visione del mondo ce l’ha. Urenda, ma ce l’ha. Nera come un dark di notte ma ce l’ha. Il pessimista è uno che parte per una vacanza alle Mauritius e ha paura che arrivando là non troverà parcheggio. Il DDE, invece, è molto peggio perché non ha convinzioni. E siccome non ne ha, distrugge le tue. Il suo motto è: non preoccuparti, arriveranno tempi peggiori. È quello che ti dice: “Che bello questo taglio nuovo di capelli… peccato che non riuscirai mai a pettinartelo da sola…”. Oppure, vedendoti carica di sacchi di umido, carta e vetro differenziati, ti sorride pietoso e sospirando ti fa: “Ancora ci credi? Beata ingenuità”. Che distillato di odio. Una circostanza in cui il DDE è particolarmente pernicioso è la questione casa. Per far vedere la casa nuova a un DDE è meglio prima tracannarsi mezza bottiglia di Pampero, perché in uno stato di semiubriachezza gli strali fanno meno male. Lo schifosone parte sempre con un apparente complimento: “Bello…”, ma basta contare fino a tre che arriva la mazzata. Uno, due… e tre: “Peccato che…”. E parte l’elenco: la facciata è orrenda, la scala è ripida, l’ascensore è soffocante, il tetto è fradicio di amianto, la cantina è umida, sotto il pavimento circolano fiumi di radon e il muro maestro c’ha una bella crepa. Sottile, per adesso, e sottolineo per adesso. […]
Non parliamo poi di quando hai la disgrazia di averceli in macchina. È una continua lamentela, perché tu, scentrata, fai la strada più lunga con tutti i percorsi molto più brevi che ci sono. Ma ammettiamo pure che sia così. Che la tangenziale è una figatissima, perché percorri il perimetro di tutta la città dietro a un tir ma eviti cinque semafori. E se comunque a me, che sono cretina dalla nascita, piacesse fare la strada più lunga? Chettifrega. Io voglio fare questo tragitto perché c’ho i miei appuntamenti. Incontro una magnolia che d’estate, fiorita, leva il fiato, una casa antica con dei bow window che sono un sogno e un pezzettino di fiume che a una certa ora del giorno brilla come l’argento. Ma cosa lo dico a te… arido parassita, tarlo del mio gioire.

Luciana Littizzetto "Rivergination"